‘Gna faccio più! Non so se è l’entusiasmo iniziale del “lavoro da remoto” che sta svanendo, oppure gli effetti del “domani sono in ferie”, ma oggi non carburo.
Siamo alla
7° settimana di chiusura scuole
5° settimana di quarantena Emilia Romagna
3° settimana di lavoro da remoto
Le prime settimane delle chiusura scuole sono state prese un po’ alla leggera, eravamo tutte certe che sarebbe stata questione di due settimane, tre al massimo, la rappresentante girava sulla chat alcuni esercizietti da far fare a casa, cosi per tenere allenati i pargoli.
Il 2 marzo ci arriva la prima delle mail di compiti dal format definito: calendario giornaliero, attività organizzate e distribuite per coprire i diversi argomenti; in me si insinua il dubbio che la scuola non riaprirà tanto presto, ma con solerzia e un’ondata di “non ci credo nemmeno se lo vivo” chiudo i dubbi e le varie news “la scuola non riaprirà” in un baule. Nella stessa settimana arriva il decreto che estende la chiusura delle scuole fino al 15 marzo al tutto il territorio italiano, ma fiduciosa mi segno la nuova data del ritorno a scuola.
Nella notte fra il 7 e 8 marzo la svolta, Happy Giuseppi chiude alcune provincie dell’Emilia, ci si può spostare solo per necessità, dall’azienda arrivano le lettere di circolazione per tragitti casa-lavoro. Inizio a pensare seriamente che la persona bassa che gira per casa non tornerà a scuola tanto presto, le mail dettagliate di compiti continuano ad arrivare, la chat si popola di foto, schede, attività inviate dalle maestre per proseguire il programma a casa, seguite da giustificatissimi e vari sfoghi emotivi di noi mamme alle prese con i figli.
Al lavoro chi ha il laptop viene spedito a lavorare da casa, noialtri veniamo spalmati fra i vari uffici lasciati vuoti per mantenere le distanze sociali, in attesa di altri laptop.
Continua il marasma di messaggi, mail, whatsapp per compiti, mentre si moltiplicano gli sfoghi, le richieste di aiuto e le ricerche su google: come evadere dalla quarantena lasciando a casa i figli. Una di noi suggerisce di tenere una valigia a portata di mano, riempirla poco alla volta senza dare nell’occhio, aspettare la prima occasione e poi fuggire nella notte. Va bene anche di giorno, ma nella notte fa più noir.
Ad un certo punto arriva la Lettera Ai Genitori, in cui veniamo contemporaneamente tacciati di essere sfaccendati, lagnosi, non approfittare dello “stare a casa”, non avere a cuore i pargoli. Ed un bacione a chi continua a lavorare!
Veniamo investiti Insegnati Urbi et Orbi, nella stessa modalità usata da Papa Francesco quando all’investitura ci ha benedetti tutti via tv, cavo e web; immagino la Dirigente che con la Lettera davanti agita la penna a mò di aspergillum (il coso che usa il parroco per la benedizione) mentre preme INVIO e ci nomina tutti Insegnanti in pectore.
Intanto inizio il lavoro da remoto, la quotidianità diventa lavorare e fare i compiti. Nana ed io troviamo un equilibrio:
Mattino: ad un certo punto lei arriva a fare i compiti o io tiro due urla e lei arriva, discutiamo sul fatto che i compiti sono da fare anche se la scuola è chiusa per una mezzora, ci abbracciamo per sostenerci, lei inizia a fare i compiti.
Pausa pranzo
Pomeriggio: sto chiudendo la giornata lavorativa (grazie al part time) e lei arriva a fare un altro pò di compiti, discussione breve riprendendo la stessa del mattino, tipo reprise delle canzoni disney, avete presente Frozen, quando Anna e Elsa riattaccano la canzone “per la prima volta” nel palazzo di ghiaccio? uguale, si fanno un altro pò di compiti, chiusura lavori.
Merenda e giochi in giardino per figlia; 30 minuti di “fisso il muro” con il cervello in black out per me.
Adesso vado, abbiamo il laboratorio di tecnologia da fare.