Ci siamo, dopo mesi di lezioni, dopo le prove siamo alla vigilia del saggio di danza. E direte “vabbè che sarà mai”
Che sarà mai??! Fra queste nanette che si esibiranno in teatro potrebbe esserci la futura étoile di domani, la futura Carla Fracci, la prossima Eleonora Abagnato. Questi la danza la prendono seriamente! Roba che la prima alla Scala è nulla al confronto.
Dico, avete idea di che fila abbiamo fatto per i biglietti, che giro di bagarinaggio fra mamme c’è sotto per avere un biglietto in più, di che storie tragiche per ottenerlo quel biglietto in più? È più facile trovare 10 biglietti per il pit 1 del Firenze Rocks, so di cosa parlo.
Come cominciò questa avventura nel roseo mondo della danza? Ecco come.
Due anni fa, bella come il sole, fancazzista come sempre, ingenua come solo io ed Hello Spank possiamo essere, mi presentai con Nana alla mano all’arci di paese per fare la prova; così siamo entrate nel tunnel fatto di calzamaglie, body, scarpette e tutù. Tranquilla, dissero, è solo propedeutica alla danza, continuarono. Nulla di estremo o impegnativo, solo un po’ di ginnastica con contorno di leggera disciplina, giusto per fare esercizio, imparare a seguire il maestro… mentivano! Si, per le bimbe si tratta di ginnastica e tutto il resto, si divertono, per le mamme ci sono le regole della scuola da seguire, come devono vestire le piccole, come devono pettinarsi, i costumi,….
Il mio personale percorso è stato intervallato da punti di demerito sulla scheda della perfetta mamma di futura étoile
Primo punto di demerito: i capelli. La Nana portava il caschetto alla Valentina di Crepax, comodissimo per il nuoto, bistrattato dall’insegnante di danza. “Faglieli crescere, dovrà avere lo chignon per il saggio” saggio? Che saggio, la recita qua all’arci vorrà dire. No, saggio, in teatro. Era aprile, glieli avevo appena tagliati e mi chiedevo “se glieli tiro di notte cresceranno più in fretta andare a maggio??”. Premetto che per me lo chignon è arrotolare i capelli alla come viene con l’aiuto di un elastico, ovviamente non intendevano quel tipo di chignon. Fu così che Nana ed io facemmo la conoscenza di mollette, retine per chignon, e la Nana fece la personalissima conoscenza con gel, o anche “quella cosa che fa diventare i capelli duri”. Poveretta, mentre mi applicavo con tanta buona volontà, lei invocava Alice, la nostra amica nonchè parrucchiera.
Secondo punto di demerito: durante lezioni e prove l’allieva deve presentarsi con chignon, fronte scoperta (leggi frangia tirata indietro), niente orecchini, bracciali, collane. Per il punto orecchini, bracciali e collane eravamo ok. Per la pettinatura no, era già un successo riuscirle a fare la coda, per lo chignon mi sarei applicata dopo. Non sarano così fiscali. Lo sono.
Insomma, fra una caziata e l’altra arrivammo al saggio, vedere quelle piccoline saltellare sul palco è stato troppo forte, le mamme si scioglievano sulle poltrone del teatro commosse da cotanta maestria e grazia.
Quest’ anno siamo ripartite a settembre, forti dell’esperienza ci siamo fatte crescere i capelli, nella speranza di fare il benedetto chignon senza esaurire la scorta di gel della coop. La Nana ha capelli fini, sottili che sfuggono qualsiasi elastico, snobbano le forcine, sdegnano la retina. Un fallimento.
Mia madre durante le chiacchere di cortile sente dell’esistenza di “una cosina per fare gli chignon, che ci metti i capelli dentro ed esce lo chignon”, spiegazione chiarissima, no? Ho cercato di approfondire con domande semplici: com’è fatto, cose si usa, che forma ha, risposta: un cosino che ci fai, ci avvolgi, lo prilli, i capelli, … Eri (la vicina) sa di cosa parlo. Vabbè che Eri lo sa, ma lo devo sapere io. “Tranquilla “ mi fa “ci pensa il babbo” mi assicura.
Ora, mio padre è un pensionato recente, e recentemente ha capito che quelle 8 – 10 ore fuori casa sono vitali, ergo si offre volontario in qualsiasi commissione, impegno pur di stare fuori mentre mia madre pulisce, e lei pulisce sempre. La commissione però gliela devi saper spiegare, non è che gli dici mi vai là, prendi questo, senza esempi esplicativi o senza che sappia di che cavolo sta cercando. Ho immagini in testa di questo pover’uomo che gira per negozi di danza per cercare “il coso per gli chignon”. Un giorno, mi dicono entusiasti “abbiamo il coso per gli chignon, è nella borsa di danza” bene, vi hanno spiegato qualcosa sull’uso, spero; mio padre mi guarda e ribatte stizzito “senti, io te l’ho trovato, poi ci pensi tu”. Capisco l’astiosità, però è tua moglie che ti ci ha spedito, tua figlia (la cazzara) avrebbe fatto una ricerca su Google e comprato online, senza romperti le scatole.
In ogni caso avevamo il coso, dalla descrizione io mi aspettavo un magico attrezzo che lo appoggio in testa e … voilà lo chignon perfetto.
Nella borsa c’era questo, che già conoscevo e bastava dire la spugna per capelli e che vendono pure in coop, nulla di trascendentale
Mi sono trovata con una spugna per chignon delle dimensioni di un arancino siciliano, la codina della Nana delle stesse dimensioni della coda di Barbie e delle forcine, fai lo chignon. Si ottiene una 5enne con uno chignon di dimensioni giganti che nemmeno Sissi coi suoi lunghi capelli avrebbe osato tanto. Ed è tutta spugna e retina….
Orgogliosa di me, mi presento con Nana perfettamente chignonata, pronta ad erigermi a dea dello chignon; già mi vedevo sull’Olimpo dei parruchieri, avrei fatto tutorial, video, conferenze sullo chignon perfetto.
Ovviamente non andava bene, deve stare più basso, essere un po’ più piccolo, perché c’è la cuffietta abbianta al costume da indossare.
Quindi sto cercando la spugnetta più piccola, battendo palmo a palmo coop, profumerie, tigotà, … entro domenica.
Se avete notizie di mini spugnette fatemi un cenno, vi dono un biglietto ormai introvabile per il saggio.