Ci sono giorni in cui sei carica a mille, in forma splendente; scaleresti l’Everest in solitaria, con infradito, pantaloncini e senza attrezzatura; Wonder woman ti fa un baffo, la donna bionica si inchina a te, Superman è il tuo Robin e Batman l’equivalente di un maggiordomo.
Sei così sul pezzo che persino il pezzo ti dice “sei troppo sul pezzo”.
E poi ci sono i giorni in cui ‘gna fai, in cui ti schianti contro la dura realtà.
La tua forma fisica è uguale a quella dello zerbino davanti porta, la tua massima aspirazione è vegetare sul divano sotto il plaid guardando serie tv e leggendo romanzi, scendere dal letto e trascinarsi in ufficio è un’impresa titanica.
La colonna sonora che ti accompagna è la costante domanda “ma la prova costume è proprio cosi importante?”, tipo se adesso mi strafogassi di tutte le schifezze della macchinetta cosa farei di male? Essere tutta ciccia e brufoli sarebbe poi così out?
Giorni cui preghi che in mensa ci siano pasti leggeri e frugali come la carbonara, il cotechino e una bella fetta di torta al triplo cioccolato più fondant di cioccolato.
Ci sono in pieno. Chiamatela come volete: meteoropatia, ormoni impazziti, ….
In questi giorni la soglia di attenzione è ai minimi storici, rimugino, ripenso, su tutto: a quello che va e quello che non va, a quello che devo ancora fare e a quello che ho già fatto, a come sarebbe la mia vita se fossi un gatto.
‘Cause you had a bad day
You’re taking one down
You sing a sad song just to turn it around
cantava Daniel Powter
La sola consolazione, oltre al cioccolato, è che, come sono cominciati, passano, e forse crogiolarsi un po’ nella malinconia e nel grigiore ci fa apprezzare quando splende il sole.